Così Aurélien Di Sanzo, giovane poeta francese di origini italiane, ci racconta la sua scrittura poetica: fuggire dall’adattamento individuale alla cultura del gruppo, viaggiare verso un orizzonte illusorio, addolcire la realtà col profumo dell’inchiostro sulla carta.
I temi e la poetica
Nella raccolta di poesie in prosa e in versi “L’alba dei nostri solstizi”, Aurélien Di Sanzo riflette in modo fresco e originale su molti temi ‘classici’, tra cui la vita, la morte, l’amore, l’alienazione, il degrado ambientale, i ricordi, la potenza della natura, la funzione dell’arte e la vis creativa.
Nella prefazione alla raccolta, Jean Jacques Carron individua nella sua poetica un pensiero filosofico estremamente maturo che passa attraverso il platonismo e il catarismo, sfiorando persino l’estetica giapponese con il concetto fortemente emotivo di Mono no aware.
La forza ispiratrice della musica
Nella premessa che presenta le sue cinquantotto poesie, l’autore non fa mistero del suo amore per la musica ambientale, che lui stesso definisce nella sinossi “fonte inesauribile di ispirazione poetica”, in particolare quella del duo ambient statunitense ‘Hammock‘. A questo gruppo ha dedicato la poesia XXXIV della sua raccolta, “Apologia dell’amaca”, invitando inoltre il lettore a creare un magico sottofondo con la loro musica durante la lettura.
«Ma disegnare, scrivere poesia, respirare e vivere, in fin dei conti non era poi questo: rifare le cose all’infinito, finché l’ultimo bagliore all’orizzonte si spegne come una candela sulla quale un bambino avrebbe malauguratamente soffiato?»