Alpinismo candidato al Patrimonio UNESCO

Alpinismo: Italia, Svizzera e Francia a sostenere la candidatura

L’alpinismo è stato ufficialmente candidato presso il Segretariato UNESCO di Parigi all’inserimento nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale. Si tratta di una candidatura multinazionale: la candidatura è stata infatti proposta da Italia, Francia e Svizzera. Il processo di selezione terminerà nel 2019.

Per l’Italia i due enti promotori sono il Museo Nazionale della montagna di Torino e il Comune di Courmayeur. Per la Francia invece, i promotori sono il Caf (Club Alpino Francese) e il Comune di Chamonix e per la Svizzera si sono mossi svariati enti legati ai cantoni.

Secondo quanto scritto nel dossier compilato dalle delegazioni UNESCO dei tre Paesi coinvolti, la pratica dell’alpinismo “è espressione di saperi e tecniche, valori di solidarietà e aiuto reciproco e di competenze specifiche. La sua visibilità in quanto patrimonio culturale immateriale contribuisce ad approfondire e diffondere la conoscenza ambientale e degli ecosistemi, anche nel rispetto delle specificità culturali locali dei territori, coniugando l’importanza di salvaguardare in maniera integrata e sostenibile aspetti del patrimonio naturale con quelli tradizionalmente trasmessi dalle comunità”.

Sempre nel comunicato diffuso dal Mibact, la candidatura dell’alpinismo a Patrimonio Immateriale è espressione della “volontà di ribadire il valore della dimensione territoriale e culturale della montagna, avendo come riferimenti imprescindibili il rispetto per l’ambiente, la cooperazione, la solidarietà e affermando, ancora una volta, la profonda interdipendenza tra patrimonio culturale e patrimonio naturale.”

L’Alpinismo e il Monte Bianco

Il punto focale della candidatura è il Monte Bianco considerato la culla dell’alpinismo, la cui nascita si fa risalire al 1786 con l’impresa del francese Paccard che, in compagnia del connazionale Belmat, fu il primo uomo a raggiungere la vetta del Monte Bianco.

In Italia l’inizio della storia dell’alpinismo viene fatta coincidere con la nascita del CAI, il Club Alpino Italiano, nato nel 1863 a Torino per volontà di Quintino Sella ed è legata a una scalata del Monviso da parte dello stesso Sella e di altri alpinisti.

Oltre che al nome di Quintino Sella, la storia dell’alpinismo italiano è legata a figure come Roberto Cassin, Tita Piaz (detto “il diavolo delle Dolomiti”), Walter Bonatti o Reinhold Messner.